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Con il sistema Harvard, le opere si citano direttamente (tra parentesi) nel testo, con il cognome dell’autore e l’anno della pubblicazione. In alcuni casi, le opere si possono citare anche in note (ma uno degli scopi del sistema è quello di ridurre per quanto possibile il numero delle note). Le opere si citano per intero in una bibliografia finale, in cui ciascuna voce inizia con cognome, nome (o iniziale) e anno.


Esempi:

Nel testo:

Per affrontare il problema, farò riferimento alla distinzione tra libertà positiva e libertà negativa (Berlin, 1989, pp. 121-31).

Oppure:

Per affrontare il problema, farò riferimento alla distinzione tra libertà positiva e libertà negativa originariamente discussa da Isaiah Berlin (1989, pp. 121-131).

In nota:

Per affrontare il problema, farò riferimento alla distinzione tra libertà positiva e libertà negativa.1

La distinzione viene discussa per la prima volta in maniera approfondita da Isaiah Berlin (1989, pp. 121-31). La stessa distinzione viene messa in discussione, però, da alcuni critici di Berlin (vedi, per es., MacCallum, 1996; Pettit, 1997a).


Vantaggi e svantaggi del sistema Harvard

Vantaggi:

–           minimizza l’uso delle note e permette di citare ciascuna opera una sola volta (cioè, in bibliografia).

–           il riferimento “autore + anno” è un modo veloce e comodo per riferirsi a un’opera ben nota.

–           può tornare comodo per il lettore trovare tutti i riferimenti bibliografici raccolti alla fine dell’articolo.

Svantaggi:

–           se ci sono molti riferimenti, può rendere il testo meno elegante e la lettura meno facile;

–           gli anni di riferimento possono a volte sembrare controintuitivi, soprattutto nel caso di autori storici di cui si cita un’edizione recente (può capitare, per es., di leggere cose come: Platone, 2002; Mill, 1958; Kant, 1904);

–           nel caso della citazione di autori prolifici, troviamo a volte citazioni come: Pettit, 1997a, 1997b, 1997c, 1997e; Sen, 1992a, 1992d, 1993b, 1993c, 1993f – riferimenti, questi, la cui comprensione è tutt’altro che immediata.